“Consacreremo l’Asia centrale a Maria”. Intervista a Mons. Dell’Oro

La Conferenza Episcopale dei Vescovi cattolici del Kazakistan ha deciso di commemorare le Apparizioni della Madonna di Fatima a Karaganda, una regione del Paese che è stata duramente provata dagli atroci crimini del regime comunista… La Conferenza Episcopale dei Vescovi cattolici del Kazakistan ha deciso di commemorare le Apparizioni della Madonna di Fatima a Karaganda, una regione del Paese che è stata duramente provata dagli atroci crimini del regime comunista e divenuta centro di deportazione di tante persone di diverse nazionalità, specialmente cattolici.
In questo luogo sorge oggi uno dei più bei templi cattolici della nazione, quale luogo per il Culto e al tempo stesso monumento in onore delle vittime dei Lager sovietici, tra cui anche Martiri e santi Confessori. La Cattedrale è dedicata molto opportunamente alla Beata Vergine Maria di Fatima, cioè a Colei che, “Madre di tutti i Popoli”, aveva con anticipo denunciato “gli errori della Russia”.
Proprio attorno alla Madonna di Fatima nella sua Cattedrale si raduneranno tutti i fedeli assieme ai Sacerdoti e alle Religiose che prestano il loro servizio ecclesiale in Kazakistan; il Nunzio apostolico in Kazakistan Mons. Francis Assisi Chullikatt e il Nunzio apostolico in Russia Mons. Celestino Migliore, con tutti i Vescovi cattolici della Russia e del Kazakistan e gli Ordinari dell’Asia centrale.
Le iniziative di commemorazione dell’evento avranno inizio mercoledì 10 maggio, con un “Giorno di lavoro pastorale” dei Sacerdoti e delle Religiose con i propri Vescovi e Ordinari, e con un incontro con Sua Eminenza il Card. Paul Josef Cordes, invitato ufficialmente a titolo di inviato speciale di Papa Francesco.

Nei giorni seguenti (11 e 12 maggio) avrà luogo nella Cattedrale un Congresso mariano nel quale si succederanno i seguenti relatori con i rispettivi interventi:
– Padre Alejandro Burgos, parroco della Parrocchia “Santo Spirito”, diplomato all’Istituto pontificio orientale (San Pietroburgo): Gli avvenimenti di Fatima.
– Padre Zdislav Josef Kias OFM Conv., professore di teologia e Consultore capo della Congregazione per le Cause dei Santi (Roma): Significato delle Apparizioni di Fatima per la Chiesa e per il mondo.
– Vladyka ortodosso Ghennadiy, Vescovo di Kaskelen, Vicario della Diocesi di Astana, Rettore del Seminario di Almaty: Come l’esperienza cristiana ortodossa vive la devozione alla Madonna (preghiera, intercessione, icone, santuari, ecc.).
– S. E. Mons. Paolo Pezzi, Arcivescovo-Metropolita della Diocesi cattolica “Madre di Dio” di Mosca: Il rapporto con la Madonna non è solo una devozione, ma un metodo per vivere l’esperienza cristiana.
Le cerimonie di commemorazione culmineranno infine nella Consacrazione dell’Asia centrale al Cuore Immacolato e nella Santa Messa Solenne presieduta dal Card. Paul Josef Cordes nella mattinata del 13 maggio.
È in programma anche la Via Crucis a Spassk, dove in una enorme fossa comune sono sepolti circa 20.000 prigionieri di guerra di quasi 20 nazionalità diverse. E per le due serate sono previsti un “Concerto d’Organo in un contesto di meditazione e preghiera” e una Veglia di preghiera e processione mariana con l’icona e la statua della Madonna di Fatima.
Il principale promotore di questo importante evento è Sua Ecc.za Mons. Adelio dell’Oro, da due anni Vescovo della diocesi di Karaganda, il quale ha benevolmente acconsentito a rispondere alle nostre domande per spiegare ai lettori il significato e lo svolgimento di questa iniziativa così preziosa per il popolo del Kazakistan.

Eccellenza Rev.ma, nel fervore di iniziative che costellano il centesimo anniversario delle apparizioni di Fatima abbiamo saputo che anche la Conferenza episcopale del Kazakistan ha organizzato un Congresso mariano. Può dirci qualcosa di più su questa iniziativa?
A Karaganda, dopo 9 anni di impegnativi lavori, il 9 settembre del 2012, è stata consacrata la nuova Cattedrale cattolica. Quella precedente, una chiesa molto semplice e, nello stesso tempo, che conserva ancora oggi il profumo della tradizione eroica dei Cattolici deportati, era stata costruita in un anno, con la partecipazione di tutti i fedeli di allora, dopo aver richiesto, testardamente ogni mese, il permesso alle autorità sovietiche. Finalmente il 19 marzo 1977 il permesso fu accordato e così i Cattolici poterono iniziare a celebrare legalmente la Santa Messa. Per questo (non è casuale la data del permesso) è stata dedicata a san Giuseppe, che certamente, come molti fedeli di allora ritennero, ne è stato attivo intercessore. La nuova Cattedrale “Madonna di Fatima – Madre di tutti i popoli” è l’unica, in tutti gli immensi territori dell’ex Unione sovietica, dedicata alla Beata Vergine Maria di Fatima. L’idea della sua costruzione appartiene al primo Vescovo cattolico del Kazakistan, Jan Pawel Lenga ed è stata realizzata anche grazie al grande impegno del Vescovo Athanasius Schneider, con il sostegno materiale di tanti amici e associazioni, tra cui quella fondata dalla signora Agnes Ritter in Austria: “Verein zum Aufbau der Kathedrale Mutter aller Nationen” (Associazione per la costruzione della Cattedrale della Madre di tutti i popoli).
Mons. Lenga ha desiderato che la nuova Cattedrale, in stile neogotico, avesse un aspetto esterno che offrisse la possibilità di “evangelizzare per mezzo della bellezza” e che dovesse diventare anche un Santuario in memoria delle vittime del “Karlag” (rete di lager nella regione di Karaganda), cioè un luogo di preghiera per espiare gli enormi ed atroci crimini del regime comunista. Per quest’ultimo motivo, la nuova Cattedrale è stata posta sotto la protezione della Madonna di Fatima, apparsa nel 1917 a tre Pastorelli portoghesi, promettendo loro, dopo una dolorosa prova di espiazione (la Seconda Guerra Mondiale), un periodo di pace per il mondo intero. Per questo la nostra Cattedrale è stata dedicata alla “Beata Vergine Maria di Fatima – Madre di tutte le Nazioni”, in quanto Karaganda è stata centro di deportazione di tante persone di molte nazionalità diverse e di tanti Cattolici. Ed è per tutte queste ragioni che la Conferenza Episcopale dei Vescovi cattolici del Kazakistan ha deciso di ricordare il centenario della prima apparizione della Madonna a Fatima, come del resto si farà in tutto il mondo, da noi in Kazakistan, proprio qui a Karaganda.
I festeggiamenti si apriranno con il raduno, attorno ai loro Vescovi, di tutti i Sacerdoti e le Suore del Kazakistan il 10 maggio. Ci sarà poi l’11 e il 12 il Congresso mariano, con quattro relazioni, una delle quali sarà tenuta dal Vescovo ortodosso Ghennadi, Vescovo ausiliare del Metropolita ortodosso del Kazakistan. Il culmine sarà sabato 13 maggio con la solenne Concelebrazione eucaristica, presieduta dal Cardinal Paul Josef Cordes, inviato speciale del Papa, e dei Vescovi cattolici della Russia, del Kazakistan e degli Ordinari dell’Asia Centrale.

Il Congresso si concluderà con la consacrazione dell’Asia Centrale al Cuore Immacolato di Maria. Potrebbe spiegare in poche parole ai nostri lettori il senso della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria?
Questa Consacrazione è stata chiesta dalla Madonna a Lucia. Nel 1917 avvennero le sei grandi apparizioni. La più importante di queste è quella del 13 luglio, in cui la Madonna fece vedere l’inferno ai tre Pastorelli e rivelò i famosi tre Segreti. In quella occasione la Madonna disse: «Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati». La Madonna adempì la sua promessa nel dicembre 1925, quando apparve a Suor Lucia per chiedere la Comunione riparatrice e di nuovo il 13 giugno 1929, per chiedere la Consacrazione della Russia: «È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i Vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato…». La Vergine Maria ci insegna che il valore della vita è la donazione di noi stessi e lo fa chiedendo la consacrazione al suo Cuore Immacolato e istituendo la pratica dei “cinque sabati del mese” e chiedendo inoltre la recita quotidiana dei tre misteri del Rosario. Maria ci insegna la via alla salvezza, dicendoci che il sacrificio senza amore non ha valore. Il sacrificio di Cristo è salvifico non perché patì, ma perché patì per amore nostro e in obbedienza al Padre. La via dell’offerta di sé è percorribile solo attingendo alla fonte della carità, virtù che si alimenta attraverso l’Eucaristia e la Confessione. L’amore è rappresentato dalla Passione di Cristo.
C’è chi lega il centenario di Fatima con la profezia di Papa Leone XIII, il quale vide il diavolo mentre domandava a Dio di tentare la Chiesa, ottenendo il permesso di farlo per cento anni. È singolare che la visione avvenga il 13 ottobre del 1884 e che, esattamente 33 anni dopo, il 13 ottobre del 1917, la Madonna appaia a Fatima chiedendo la recita quotidiana del Rosario e che due settimane dopo, il 25 ottobre del 1917, Lenin diede inizio alla rivoluzione con cui instaurò il regime comunista di cui Maria aveva parlato nel secondo Segreto ai Pastorelli: la Russia avrebbe diffuso i suoi errori, se il Papa non l’avesse consacrata al Cuore Immacolato di Maria alla presenza di tutti i Vescovi del mondo. Cosa che poi il Papa non riuscì a fare. E così, come scrisse Suor Lucia a san Giovanni Paolo II nel 1982, «dal momento che non abbiamo tenuto conto di questo appello del Messaggio, verifichiamo che esso si è compiuto, la Russia ha invaso il mondo con i suoi errori». Gli errori del comunismo sono l’ateismo e il materialismo oggi imperanti. Per salvarci, Dio manda la più grande nemica di satana, la creatura umana che con la sua umiltà ha superato, divenendone la Regina, le creature angeliche di cui Lucifero, il superbo, faceva parte. Colpisce che la salvezza di un’epoca quanto mai travagliata non venga direttamente da Gesù, ma da Lui tramite una donna, sua Madre. Papa Francesco ha ricordato la verità di questo detto: «Chi educa un uomo educa un individuo, chi educa una donna educa una nazione». Se la donna torna ad essere sposa umile e madre accogliente, allora anche l’uomo diventa se stesso. Ecco perché viene Maria.

Dalla nostra visuale occidentale – che dovrebbe ben comprendere, dato che Lei è milanese di nascita – il centenario di Fatima è atteso con grande trepidazione perché solo l’intervento della Madonna sembra poter fermare quest’ondata satanica di scristianizzazione e decadimento della nostra società. Come si vive invece quest’attesa dal punto di vista del Cattolicesimo in Asia centrale?
Per tanti decenni, dopo la rivoluzione sovietica, soprattutto le nonne, nei Paesi dominati dal regime comunista, hanno eroicamente trasmesso alle giovani generazioni una fede viva, nella quasi totale assenza di Sacerdoti e perciò dei Sacramenti, ad eccezione del Battesimo che amministravano loro stesse. Dopo 25 anni dalla rovina del regime sovietico, il fossato tra la fede e la vita però rischia di allargarsi. Anche qui si è ormai largamente diffusa, attraverso la globalizzazione, una mentalità “relativista”, che è forse più pericolosa di quella atea. Perché allora, per i credenti, era chiaro da dove e da chi veniva il pericolo, ora non è più chiaro, perché oggi non si nega Dio con decisione, come a quei tempi, però, come ha ben sintetizzato Padre Cornelio Fabro, ora si dice: «Se Dio c’è, non c’entra». La fede, se la vuoi vivere nell’intimo della tua coscienza, te lo permettiamo, purché non c’entri con la vita, che invece deve essere guidata da criteri mondani. Per questo, anche in queste terre siamo chiamati a passare con più decisione dalla “convenzione” alla “convinzione”. Dobbiamo superare il rischio della rassegnazione, ritornando alla proposta del Vangelo, come realtà affascinante e attrattiva, perché un ragazzo o un giovane di oggi sia spinto ad accogliere la proposta di vita del Cristianesimo. Venti secoli di Cristianesimo, venti secoli di carità, venti secoli di Teologia, restano un albero morto e non possono far felice qui ed ora il mio cuore oggi, se non riaccade per me lo stupore di un nuovo inizio. Ma viviamo questo conservando viva la speranza, certi – è il titolo che abbiamo dato ai nostri festeggiamenti – di quello che la Madonna ha detto: «Il mio Cuore trionferà».

Il Kazakistan è un giovane Paese post-comunista, come molti di quella parte del mondo. Conosciamo bene lo stretto legame tra le apparizioni di Fatima e il Comunismo: sicuramente la caduta del Comunismo può essere già vista come l’inizio del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria, ma è sotto gli occhi di tutti che il Comunismo ha lasciato strascichi pesanti che ancora ottenebrano il mondo. Cosa ci può dire della realtà del Kazakistan? Sono già visibili i segni del Trionfo del Cuore Immacolato?
In questi 25 anni, dopo l’indipendenza del 1991, i credenti di tutte le religioni sono potuti uscire dal sottosuolo e hanno potuto cominciare ad esprimere la loro fede apertamente. Anche noi Cattolici, come i musulmani e gli ortodossi, abbiamo potuto costruire tante chiese. Inoltre, sono giunti dall’Europa tanti Sacerdoti “fidei donum” e tante Suore. E questo è certamente un dono e un segno visibile del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Ma ora occorre fare nostra la preziosa eredità di fede ricevuta, in caso contrario non saremo più capaci di trasmetterla alle giovani generazioni. Inoltre è accaduto un fenomeno del tutto lecito: la maggior parte dei Cattolici di nazionalità tedesca è tornata alla propria Patria primigenia. Anche i polacchi, è ora in atto un’azione molto decisa da parte del loro governo, sono tornati e, appunto, stanno tornando alla terra dei loro avi. La conseguenza è che tutte le chiese, costruite con profonda fede e grandi sacrifici, si vanno svuotando. Personalmente avverto questo come una provocazione del Signore a non vivere la Fede cristiana solo all’interno delle nostre chiese, ma ad aprirci e a testimoniarla, più che con le parole, con la vita, a tutti senza esclusione di alcuno.

Quali sperate possano essere i frutti più evidenti e tangibili di questa Consacrazione in Kazakistan? Cosa chiedete in particolar modo alla Santissima Madre di Dio con questo pubblico omaggio?
Come ho appena accennato, ho l’ardire di aspettarmi la grazia di un rinnovamento della fede, di una fede che sia veramente il criterio che ci guidi in ogni aspetto della vita e in ogni ambiente in cui siamo chiamati a testimoniare la presenza di Gesù risorto. Mi sembra significativo che si sia realizzato il desiderio voluto dal Metropolita cattolico, l’Arcivescovo di Astana, Mons. Tomasz Peta, che ha fatto “scrivere” l’icona della Madonna di Fatima in Russia e che questa icona, per quasi due anni abbia pellegrinato e sostato per alcuni giorni in ogni Parrocchia cattolica del Kazakistan. Una visita capillare della Madonna in tutte le nostre comunità cattoliche, che avrà il suo culmine nella veglia e nella processione attorno alla Cattedrale, insieme alla statua della Madonna di Fatima, il venerdì 12 maggio, alla vigilia del centenario della prima apparizione in Portogallo.