La grande vittoria del Santo Rosario – “Il segreto della vittoria il sa San Pio V”

l Santo Rosario è il vincolo più caro che ci unisce a Maria. Ogni occasione, ogni circostanza, ogni motivo è buono per il S. Rosario. Va bene per le gioie o per i dolori, nei successi e negli insuccessi, per la salute fisica o per quella spirituale, se si vogliono grazie o se si vuol ringraziare, per la salvezza delle anime e per la liberazione delle anime del Purgatorio. Diceva bene Suor Lucia di Fatima: “Dal momento che la Madonna ha dato importanza al Rosario, non c’è problema materiale o spitìrituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere”. Per questo i Santi sono stati appassionati amanti del Rosario. E’ la nostra più potente arma. In questi tempi così difficili sopratutto per la Santa Madre Chiesa preghiamo il SS. Rosario affinchè l’Immacolata venga in nostro aiuto e ci faccia fare scelte giuste.

Su questo pensiero e per ravvivare in noi la fede e la devozione a questo potente mezzo di salvezza, riportiamo un brano datato “15 Ottobre 1885”, tratto dalla sezione “VARIETA’” del giornale: “IL CUOR DI MARIA” “ANNALI DI PIETA’ E CARITA’ CATTOLICA RIGUARDANTI SPECIALMENTE IL SACRO ED IMMACOLATO CUOR DI MARIA ED IL SUFFRAGIO DELLE ANIME DEL PURGATORIO”  – ANNO XX  –  “Torino, 1885, PRESSO L’EMPORIO CATTOLICO. Questo giornale usciva il 1° ed il 15 di ogni mese.



VARIETA’

IL PAPA DEL ROSARIO   –   A LEPANTO

            Il santo vecchio Pio V dalle mura di Ancona, dove si era recato apposta per vedere salpare le sue galere, nel levare al cielo gli occhi lagrimosi facendo con la destra il segno di croce su quelle vele che sferrano dal porto, oh qual sobbalzo non dà al cuore!

Oh! Quanto piace vedere questo prete bianco del Vaticano, questo primo fra’ principi italiani essere di tutta Europa l’unica testa coronata, che sgomina il coraggio dell’invitto Solimano. Le temute preghiere di questo Papa il raggiungono su’ piani di Ungheria; e il buttano morto alla vigilia stessa di un trionfo: il segreto della vittoria il sa Pio V. Le preghiere e i gemiti di un popolo contrito, i voti e le lagrime di un santo Pontefice avevano per allora distratto il nembo dai torrioni di Malta; ma il gagliardo animo di san Pio trasalì alla feral caduta di Cipro. E quando le vittorie di Selim II parevano non aver più confini, e quando la militar prudenza consigliava il pur tenersi sulle difese, il solo Pio V vuole al postutto che i Turchi imparino a temere, e comanda di pigliar l’offensiva. I suoi ordini tagliavano corto: Scovate il nemico, e attaccatelo! – Lasciate pure a Selim che rinnovi il giuramento di Maometto II di far nitrire il suo cavallo sotto le volte del Vaticano; e lasciate pur Corone di Europa se ne restano od impaurite o ristucche di queste Crociate che ormai parevano infruttuose. Vergogna! La Francia fu sorda al nuovo appello; protessè scuse allegando i torbidi interni, in quello stesso che un ambasciatore ugonotto a Costantinopoli rappresentava verso il Sultano il regno di quel Clodoveo, che scolpiva con un motto il carattere franco quando, in udir narrare la Passione del Redentore, fattosi truce in viso, e brandendo l’elsa della spada, interruppe: Ah! Perché non ero io là cò miei trecento bravi?! – Il sacro romano Impero largheggio di sole promesse, scordando ai fatti a chi doveva la sua esistenza, e quali erano i suoi doveri.

La Polonia degenerata non ascoltava più coi sentimenti di una volta le voci della Chiesa, e il giovane eroe che portava la corona Portoghese, credè più nobile impresa, il suo sangue e le sue armi serbate per combattere il Marocco. Che aspettar dall’eretica Inghilterra, alla quale il male de’ cattolici destar non poteva altro che un feroce sogghigno? Chi ancora no! sa, che l’impari: fu l’Europa che manco sempre al Papato; il Papato non manco mai all’Europa. Solo lo Spagna vien finalmente a mettersi a’ fianchi di Pio V ; ma la storia del pirotaggio barbaresco ne’ nostri mari sarebbe finita a Lepanto se la indegna politica dell’Escuriale non avesse quel giorno funestamente impedito alle armi cristiane di spuntar l’uno e l’altro corno, alla luna falcata. Pur tutta volta, un secolo di crudeltà e insolenza doveva essere vendicato in un sol giorno, e questo giorno restar doveva nella storia il gran giorno del Rosario. E qui ditemi in tratto, osereste voi smentirmi quando dico che, se Casa Savoia può gire a buon diritto orgogliosa di aver meritata l’alta considerazione di S. Pio V in persona di un illustre guerriero di lei antenato, l’eroe che di San Quintino Emmanuel Filiberto, al quale affidar voleva il supremo comando delle armi collegate; osereste dico, smentirmi quando affermo che questo onore essa lo deve tutto al Rosario che fu la gloria più bella di quel Duca, e il quale veggiamo a Lepanto, essere stato il più potente latismano (lasciatemi andar la parola) del Santo Pontefice de’ tempi moderni? Se fossi pittore, più arduo tema tentar non potrebbero i miei pennelli che ritrarre il reduce Marcantonio Colonna appiè di San Pio V, che convulso di tenera gioia il serra fra le tremule braccia. La gran giornata di Lepanto fu gloria immortale delle armi cristane; ma furon gemella gloria di Roma pontificale S. Pio V, anima e fuoco della gran lotta, e Marcantonio Colonna prima spada di S. Pietro e vero Nestore dell’armi crociate.

Or dove sono le spavalde vittorie di Solimano? i truculenti trionfi di Selim II? Ecco tremila barbari che l’acque invermigliano di lor sangue; ecco dugento vascelli nemici diventati parlante trofeo dell’armi nostre vittoriose: ecco quindicimila cristiani che veggendosi spezzar le catene dell’infame schiavaggio, corrono piangendo a buttarsi nelle braccia de’ loro fratelli di fede al grido unanime di Viva Maria Liberatrice del Rosario! Vedete voi la cosa torreggia in cima a quella picca? E’ la testa dell’ammiraglio infedele tronca dalla spada stessa dell’ammiraglio cristiano e piantata lì, segnal di rovescio ai turchi e di vittoria a’ crociati.
Cesare e Pompeo, Augusto ed Antonio giuocarono altra volta in que’ pressi le gran sorti del mondo antico; ma nella gran giornata di Lepanto il classico capo d’Azio, vide cozzar l’Europa coll’Asia, per decidere se l’Occidente moderno apparterrebbe da quind’innanzi a Gesù Cristo od a Maometto.

Se il portentoso Rosario di Maria non avesse al mondo altra storia che la sola e solissima di quel giorno, l’avere per sempre abbassata la Mezzaluna innanzi alla Croce è senza meno il più splendido fatto di tutto quanto l’evo moderno. Nè per altro la provvidenza parve aver fatto salir sul trono de’ Pontefici questo figlio del Rosario, se non perché a fronte dell’Asia irrompente, e questo Papa altro grido di guerra adottar non sapendo che il Rosario di Maria, al Rosario di Maria restasse l’onore di avere, col ributtar dietro ai Balcani la prepotenza ottomana, fermato l’equilibrio politico religioso tra l’Europa e l’Asia. Quel nostro Iddio, che al dire di S. Bernardo, omnia nos habere voluil per Mariam, a Maria diè in quel giorno la vittoria dell’armi cristiane ed a S. Pio V la speranza di ottenerla. Si tenga sicuro della vittoria – aveva mandato dire a  D. Giovanni d’Austria; gliela promettiamo da parte di Dio.

–  Ed al Colonna aveva detto con vivo accento: – Andate nel nome di Cristo a combattere il suo nemico e voi vincerete! – I nostri han già passate le scogliere di Encadia; han già imboccati que’ piccoli Dardanelli; han già fiutato il covil della belva: si son già visti.

Movesi accigliato il nemico e vien incontro minaccioso. Ha tirato un colpo: di assalito vuole rifarsi assalitore, e con un colpo rispondergli i nostri. Ancora un poco e udrete un uragano di grida selvagge, colle quali i barbari all’appiccar della zuffa introneranno il loro Allah. Ma no! apparecchiatevi prima ad udir il bell’urrà, che grideranno i nostri, il più grandioso di quanti può contarne la storia. E’ ordine di S. Pio non vengasi alle mani senza prima aver tutti gli equipaggi salutata in ginocchio la gran SIGNORA DELLE VITTORIE al grido diViva Maria!

Oh miracolo! Al domani, nelle acque di Lepanto con quel grido di Viva Maria, ottantacinque mila voci dissero al mondo che Maria, vittrice del Rosario fece impallidir le stelle sorridendo d’amor ai ferventi crociati del suo Rosario.

Il gran fatto d’armi del 7 Ottobre 1571 fu la più felice giornata di questa gran lotta ingaggiata e sostenuta dai Papi. Dopo un secolo di sforzi in apparenza infruttuosi, fu questo il colpo decisivo e mortale portato alla potenza ottamana: i Turchi hanno imparato a fuggire, i cristiani hanno imparato a vincerli e sgominarli. Da quinc’innanzi fuggiranno dinanzi a Sobieski sotto le mura di Vienna sui campi di Varadino, nei piani di Crimea, nelle acque di Navarino.

Lo scettro di Grecia cadrà dalle loro mani affievolite; Algeri diventerà una seconda Ippona, e la sublime Porta moribonda sarà ridotta ad implorar soccorso dalle potenze cristiane.

L’indomani della gran giornata il veneto ammiraglio non sa padroneggiar la foga di mandar sull’ali del vento alle Lagune la lieta novella; e volle il Cielo con un prodigio di più far conoscere al mondo che il gran trionfo della Croce sulla Mezzaluna era unicamente dovuto al Santo petto di Pio V ed all’invitto Rosario di Maria.

Il vostro pensiero sentesi esso sì grand’ala che gli basti? Dal capo d’Azio, volate ai sette colli: poggiate al Vaticano. Eccolo là! guardate in quel vano di finestra. Non vedete voi lì da un canto l’Augusto Pontefice genuflesso e come rapito fuor di sè? I prelati standogli al quanto indietro, il guardano stupefatti; sedevano a consiglio, quando ad un tratto S. Pio con un cenno di mano ha imposto silenzio. Levatosi, è corso alla finestra dicendo: – Non parliam più d’affari; è tempo da altro! Sta un tratto a guardar lontano: poi si volta: – Correte a ringraziar Dio in Chiesa: la vittoria è nostra! Ma chi ha detto a S. Pio che i Turchi son vinti, e che i nostri cantano vittoria? Chi è l’invisibile messaggero. che va a rimettere la nuova per una finestra? ma chi ha chiamato il Papa a levarsi repente di mezzo ai suoi e farsi a levare il misterioso messaggio?

Via! Scapellatevi meco, e gridiam colla storia che S. Pio V è il gran Papa del Rosario!