La Vergine della Visitazione – Sant’Elisabetta della Trinità

‹‹Con quanta pace, con quale raccoglimento Maria agiva e si prestava ad ogni cosa! Anche le azioni più ordinarie erano da lei divinizzate, perché in tutto ciò che faceva la Vergine restava pur sempre l’adoratrice del dono di Dio; né questo le impediva di donarsi attivamente anche nella vita esteriore, quando c’era da esercitare la carità. Il Vangelo ci dice che “Maria percorse con grande sollecitudine le montagne della Giudea, per recarsi dalla cugina Elisabetta”. La visione ineffabile che contemplava dentro di sé non diminuì mai la sua carità esteriore››. Queste le parole di Santa Elisabetta della Trinità (†1906), monaca dell’Ordine della Carmelitane scalze, singolare per la sua vita di intimità con la Vergine Maria e per l’imitazione delle sue virtù. La Santa si sforzò sempre di imitare la Vergine nel suo raccoglimento in Dio nelle semplicità attività di ogni giorno. Nella ricorrenza del 29 luglio, festa delle suore converse, scrive: “Il giorno di santa Marta abbiamo festeggiato le nostre buone sorelle del velo bianco. In onore della loro santa Patrona, vengono dispensate per quel giorno dal loro ufficio, per potersi dedicare con Maddalena ai dolci riposi della contemplazione. E tocca alle novizie sostituirle nei lavori della cucina. Io mi trovo ancora al noviziato, perché vi restiamo tre anni dopo la professione; ho passato quindi una bella giornata presso il fornello. Avendo – come dice – il mestolo in mano, io non sono andata in estasi come la Madre santa Teresa, ma ho creduto alla divina presenza del Maestro che era in mezzo a noi, e l’anima mia adorava nel centro di se stessa Colui che Maddalena aveva saputo riconoscere sotto il velo dell’umanità”.

Proposito: Impegnarsi ad imitare la Beata Vergine Maria
nelle sue virtù anche nella mansioni più semplici.

(dal Messalino “La mia Messa: La Messa di ogni giorno”, Anno XII Vol. II, Frigento (AV), Casa Mariana Editrice, 2017, cit., p. 354-355)